martedì 16 novembre 2010

Cina e monopolio dei metalli rari

Qualche giorno fa è apparso sul quotidiano La Stampa un interessante articolo riguardante un aspetto particolare dell’economia cinese.
Il 97% dei metalli rari utili per la produzione mondiale dei prodotti hi-tech (cellulari, marmitte catalitiche, satelliti, cavi superconduttori e moltissimi altri) esce dalle miniere cinesi. Ma, visto che proprio in Cina sono in piena espansione produzioni ad alto contenuto tecnologico (il più delle volte filiali di imprese estere del settore, che chiudono gli stabilimenti in Europa, cancellando migliaia di posti di lavoro, per trasferirisi in Cina e poi esportare i prodotti nella stessa Europa!) i cinesi, in un’ottica di opportunismo nazionale (ma a favore pure dei capitalisti globali presenti massicciamente in Cina, non dimentichiamolo), stanno pensando di bloccare l’esportazione di tali metalli. Le esportazioni sono già state tagliate del 40% e recenti proiezioni prevedono che già nel 2012 se ne bloccherà completamente la vendita.
Per anni le nazioni europee hanno investito senza criterio in Cina (l’Italia è al 5° posto tra i paesi al mondo per trasferimento di tecnologia, trasferimento che impoverisce la nostra Nazione e arricchisce la Cina e i capitalisti globali), mentre, come dice l’articolo “è chiaro che il gioco cinese punta al monopolio: con le esportazioni azzerate bisognerà comperare da loro. Oppure spostare le produzioni sul territorio cinese, girando verso Oriente un flusso di investimenti enorme. E questo è potere vero.” Insomma, ulteriori delocalizzazioni, e ulteriori chiusure e licenziamenti per noi!
Monopolio, forme cammuffate di protezionismo (ad esempio l’artificialmente basso cambio della valuta nazionale), dumping, neoschiavismo: questa è l’economia globale made in China! Questo il vero volto della globalizzazione, il mondialismo tanto osannato!
E noi? Da noi sono anni che la politica è sparita, mentre l’economia (tradotto: il profitto delle oligarchie, ossia delle persone che investono, specie all’estero) ha il sopravvento e s’impone come politica! I nostri politicanti continuano ad inchinarsi al Dio Mercato, al Liberalismo criminale e, al posto di alzare severe barriere doganali (per proteggere le produzioni locali/nazionali, difendere i posti di lavoro e riaprire qui le fabbriche) continuano a seguire schemi ormai superati e dannosi per i non privilegiati locali e nazionali.

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