Prima le manifestazioni di piazza (Cagliari, sabato scorso), poi gli assalti alle sedi (Torino e Milano), quindi le minacce armate (sempre in Sardegna) ed ora anche il sequestro di persona. Fare l'esattore delle tasse, oggi, sembra diventato più pericoloso che fare il poliziotto o il militare. Ne sa qualcosa un dipendente di Equitalia di Vicenza, presentatosi ieri in un'azienda agricola di Lonigo con una cartella esattoriale da 587 mila euro, sequestrato per alcune ore da sei allevatori di bestiame inferociti.
Sono dovuti intervenire i Carabinieri, che hanno poi segnalato i fatti alla magistratura, per placare il titolare dell'azienda agricola ed i suoi vicini di casa, scatenati alla vista della cartella esattoriale dovuta ad una multa per lo sforamento delle quote latte. I sei hanno prima danneggiato l'auto dell'esattore (uno dei vicini gli avrebbe rotto il parabrezza con una gomitata), poi lo hanno coperto di insulti e sequestrato.
«Rilasciandolo» solo dopo l'arrivo dei militari e l'intervento della direzione di Vicenza di Equitalia, che ha dovuto inviare all'allevatore un fax spiegando che la titolarità del credito era dell'Agea, l'agenzia che eroga i contributi agricoli, e che Equitalia non avrebbe quindi potuto sospendere il debito. Non è che l'ultimo episodio di un'ormai lunga serie di violenze ed intimidazioni ai funzionari dell'agenzia pubblica di riscossione dei tributi. La crisi economica e le nuove norme per il recupero di multe, contributi e tasse non pagate, sono tornati a farli odiare quasi come lo erano i gabellieri medievali. In un diluvio di esecuzioni immobiliari coatte, pignoramenti e ganasce fiscali, la situazione sta degenerando.
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