lunedì 28 marzo 2011

Stop flessibilità, basta agenzie del lavoro!


Sabato 26 marzo di fronte al Comune di Torino attivisti del network Stop Capitalismo hanno tenuto, assieme a militanti autonomi nazionalisti, un presidio per chiedere l’abolizione del lavoro a tempo determinato e la chiusura di tutte le agenzie del lavoro (ex interinali). L’obiettivo di tali mobilitazioni vuole essere quello di sensibilizzare e far riflettere i cittadini e i lavoratori su queste modalità di sfruttamento troppo spesso accettate, complice anche la propaganda mondialista, come ineluttabili ‘forme di modernità’. Sia ben chiaro: la precarietà non è e non deve essere considerata la normalità! Non ci si deve assuefare allo sfruttamento e alle enormi discriminazioni, disparità e ingiustizie imposte da un’élite di garantiti a tutti i non privilegiati! In una società che vede un crescente degrado nella condizione dei cittadini non privilegiati ed una mercificazione abbruttente di ogni rapporto sociale, in cui aumenta il divario della disuguaglianza, in cui i ricchi continuano ad arricchirsi mentre il numero dei disoccupati e precari esplode, diventa per noi prioritario iniziare a prendere posizioni chiare e fare scelte coerenti! Noi chiediamo che venga colpita ogni forma di sfruttamento, mascherata o meno, e che si proceda a stabilizzare i rapporti di lavoro, ad ogni livello, convertendo nelle singole aziende i contratti di lavoro interinale in rapporti a tempo indeterminato.

DIFENDI I TUOI DIRITTI!

IL LAVORO UMANO NON E’ UNA MERCE!

CHIUDERE TUTTE LE AGENZIE PER IL LAVORO!

PENSA! DISSENTI! REAGISCI! Altro report su: http://resistenza-nazionale.blogspot.com/

venerdì 25 marzo 2011

Cresce la disperazione! Chi pagherà per tutto ciò?

UN'ALTRA TRISTE STORIA DAL CANAVESE:

Di quel peregrinare da un'azienda all'altra in cerca di lavoro, non ne poteva proprio più. Quarantaquattro anni, una moglie, un figlio di appena quattro anni, un mutuo da pagare e la banca che minaccia di portargli via la casa.
Ieri mattina, quest'operaio di Vestignè ha perso la testa e ha minacciato, per oltre un'ora, di buttarsi dal ponte della Dora. «Basta, non ce la faccio più. Mi hanno tolto anche la dignità.». A salvarlo è stato il sindaco, Arnaldo G., e il vigile urbano del paese.
Insieme gli hanno parlato a lungo prima di convicerlo ad allontanarsi da quel parapetto e a salire sull'ambulanza. «Non mollare, vedrai che le cose andranno meglio. Hai una famiglia che non può essere abbandonata proprio in questo momento».
In paese in molti conoscono la sua storia. «Una brava persona che non riesce a trovare un lavoro - dicono -. E' in serie difficoltà economiche. Proprio questa mattina la banca gli ha fatto capire che se non paga le rate del mutuo gli porterà via la casa».

Fonte:
http://lasentinella.gelocal.it/cronaca/2011/03/25/news/operaio-minaccia-di-buttarsi-dal-ponte-la-banca-vuole-portarmi-via-la-casa-3766336

TOTALE SOLIDARIETA' AL NOSTRO CONCITTADINO: NON MOLLARE, VERRA' IL GIORNO...
FANCULO ALLE BANCHE, AI GLOBALIZZATORI E DELOCALIZZATORI CHE HANNO PORTATO ALL'ESTERO LE FABBRICHE, CAUSA PRIMARIA DELLA DISPERAZIONE CRESCENTE, E A TUTTI I RADICAL CHIC PRIVILEGIATI TROPPO IMPEGNATI A PENSARE A STRONZATE MONDIALISTE MENTRE I NON PRIVILEGIATI PAGANO IL CONTO DELLA FOLLIA CAPITALISTA!

martedì 15 marzo 2011

Livello di crisi economica

Quale grado di gravità ha la crisi economica sul territorio nazionale?

martedì 1 marzo 2011

In un anno disoccupazione +2,8%!

Continua a peggiorare la situazione lavorativa italiana: l’Istat ha diffuso oggi i dati sul tasso di disoccupazione che, per il terzo mese consecutivo, si attesta all’8,6% (cifra che comunque è, grazie alla manipolazione voluta dei dati, ben più bassa di quella reale, che dovrebbe attestarsi oltre il 12%) segnando un +0,2 punti per cento su base annua. Il numero dei disoccupati, prosegue l’Istat, pari a 2 milioni 145 mila, registra una crescita dello 0,1% (+2 mila unità) rispetto a dicembre. Su base annua invece la crescita del numero di disoccupati è del 2,8% (+58 mila unità).
Sempre a gennaio gli occupati sono 22 milioni 831 mila unità, in diminuzione dello 0,4% (-83 mila unità) rispetto a dicembre 2010. A peggiorare la situazione ci si mette anche l’inflazione importata, ossia l’aumento dei prezzi (soprattutto i prezzi di beni primari come i carburanti e gli alimentari, pane e frutta fresca) per cause esogene, come ad esempio lo sviluppo e la crescita dei consumi di paesi come Cina, India e Brasile.
Insomma, tra meno lavoro, meno consumi e prezzi più alti la realtà si fa sempre più dura per i non privilegiati nazionali. Finchè non si colpiranno le cause reali che stanno alla base di questo sfascio, invertendo le tendenze della globalizzazione capitalista (lavoro a tempo e delocalizzazioni in primis) non sarà possibile impedire la corsa verso il declino!