Interessante articolo apparso sul quotidiano Rinascita il primo dicembre, che mostra come i fondi, quasi 350 miliardi in sette anni, a disposizione dalla UE per aiutare lo sviluppo delle regioni europee svantaggiate e aiutare le PMI locali (quelle che non delocalizzano), finiscono invece, legalmente, nelle tasche delle grandi multinazionali come Coca Cola, IBM e Nokia!
Le multinazionali statunitensi, IBM, Honeywell, McDonald e Coca Cola, sono tra i beneficiari dei fondi regionali dell’Unione europea.
A rivelare la sensazionale notizia un database raccolto da un gruppo di giornalisti britannici che ha dimostrato come la Commissione europea ha garantito lauti finanziamenti ad aziende Usa come IBM, Coca-Cola, McDonald e Honeywell. Si annoverano poi fra i beneficiari le grandi aziende farmaceutiche, alcune catene di supermercati e delle compagnie europee nel settore aerospaziale e della difesa, come Eads e Dassault. Non sorprende che a farsi promotori della denuncia siano stati proprio i reporter del quotidiano della City londinese, Financial Times, ovvero legati al governo britannico e alla sua finanza euroscettica per antonomasia e acerrima nemica di un’Europa indipendente dal dominio anglo-americano.
Dall’inchiesta comunque emerge che i fondi strutturali europei non vengono spesi. Proprio così. Miliardi di euro destinati infatti ad accrescere le regioni depresse del Vecchio Continente rimangono nelle casse di Bruxelles, perché i governi non hanno le risorse finanziarie integrative per sbloccarli. Dal database si evince poi che i 347 miliardi di euro finora distribuiti in 271 regioni di 27 Paesi europei e che nell’arco di sette anni, sono stati utilizzati solo il dieci percento dei fondi allocati per il periodo 2007-2013. Ma non solo. Il gigante statunitense dei computer IBM è uno dei maggiori beneficiari delle commesse Ue, con oltre 24 milioni di euro intascati con alcuni progetti in vari Paesi dell’Unione europea. Di tale somma 15 milioni e 600.000 sono destinati ad un centro servizi a Wroclaw, nel sud della Polonia, altri 2,6 milioni per un centro simile nella Repubblica Ceca e 985.000 per un altro in Ungheria. In Italia, la filiale locale della multinazionale nordamericana ha ricevuto finora 3 milioni e 700.000 euro per lo sviluppo di un laboratorio di bio-informatica e per la messa in opera di portali per il commercio online, utili alle piccole e medie imprese nei settori del turismo, del patrimonio culturale e agroalimentare.
Nei Paesi Bassi, l’IBM ha stretto una partnership con altre due imprese, in un progetto pilota finanziato dall’Unione europea per la somma di 646.542 euro, finalizzato a ridurre del 14 per cento il consumo energetico di 500 nuclei familiari. Per quanto riguarda la Spagna, invece, la regione di Valencia è coinvolta nel progetto di incremento delle vendite di IBM con i soldi dell’Unione europea, in quanto ha acquisito i server e altri elementi per i computer prodotti dalla società per una somma pari a 638.820 euro.
La statunitense Honeywell produttrice di armamento e tecnologia aerospaziale ha ricevuto 4 milioni e 200mila euro per il suo centro di ricerca e sviluppo nella Repubblica ceca.
Anche il gigante Coca-Cola è presente nella lista, con 902.071 euro stanziati da Bruxelles per il potenziamento delle sue linee di produzione in Ungheria ed Estonia, nonché per la formazione del personale tedesco. A questo si aggiunge un progetto belga il cui valore non è stato rivelato.
Per quanto riguarda la farmaceutica, il gigante GlaxoSmithKline (GSK) ha ottenuto ben 1,8 milioni di euro per il suo impianto nel nord della Francia finalizzato ad “aumentare la capacità di liofilizzazione dei vaccini”. Un’altra grande compagnia dello stesso settore, la Pfizer, ha ricevuto 196.352 euro per la realizzazione di alcuni progetti in Belgio.
Dall’inchiesta dei giornalisti emerge un’amara verità: l’impossibilità di controllare il flusso del danaro da parte delle autorità centrali e il modo opaco in cui vengono spesi i fondi. Tra le cause principali un numero esiguo di investigatori anti-frode, pari a 25 unità, e una fitta rete di burocrati, che rende ardua la possibilità di sapere come i soldi vengono distribuiti e utilizzati. A rendere più grave la situazione è il ruolo svolto dalle regioni a cui fondi sono assegnati e in cui scompaiono tra la fitta rete delle maglie burocratiche. Per non parlare poi del sostegno dei fondi Ue sono proprio le multinazionali a stelle e strisce, battistrada dell’asservimento culturale ed economico di Washington sull’Europa-colonia.
Le multinazionali statunitensi, IBM, Honeywell, McDonald e Coca Cola, sono tra i beneficiari dei fondi regionali dell’Unione europea.
A rivelare la sensazionale notizia un database raccolto da un gruppo di giornalisti britannici che ha dimostrato come la Commissione europea ha garantito lauti finanziamenti ad aziende Usa come IBM, Coca-Cola, McDonald e Honeywell. Si annoverano poi fra i beneficiari le grandi aziende farmaceutiche, alcune catene di supermercati e delle compagnie europee nel settore aerospaziale e della difesa, come Eads e Dassault. Non sorprende che a farsi promotori della denuncia siano stati proprio i reporter del quotidiano della City londinese, Financial Times, ovvero legati al governo britannico e alla sua finanza euroscettica per antonomasia e acerrima nemica di un’Europa indipendente dal dominio anglo-americano.
Dall’inchiesta comunque emerge che i fondi strutturali europei non vengono spesi. Proprio così. Miliardi di euro destinati infatti ad accrescere le regioni depresse del Vecchio Continente rimangono nelle casse di Bruxelles, perché i governi non hanno le risorse finanziarie integrative per sbloccarli. Dal database si evince poi che i 347 miliardi di euro finora distribuiti in 271 regioni di 27 Paesi europei e che nell’arco di sette anni, sono stati utilizzati solo il dieci percento dei fondi allocati per il periodo 2007-2013. Ma non solo. Il gigante statunitense dei computer IBM è uno dei maggiori beneficiari delle commesse Ue, con oltre 24 milioni di euro intascati con alcuni progetti in vari Paesi dell’Unione europea. Di tale somma 15 milioni e 600.000 sono destinati ad un centro servizi a Wroclaw, nel sud della Polonia, altri 2,6 milioni per un centro simile nella Repubblica Ceca e 985.000 per un altro in Ungheria. In Italia, la filiale locale della multinazionale nordamericana ha ricevuto finora 3 milioni e 700.000 euro per lo sviluppo di un laboratorio di bio-informatica e per la messa in opera di portali per il commercio online, utili alle piccole e medie imprese nei settori del turismo, del patrimonio culturale e agroalimentare.
Nei Paesi Bassi, l’IBM ha stretto una partnership con altre due imprese, in un progetto pilota finanziato dall’Unione europea per la somma di 646.542 euro, finalizzato a ridurre del 14 per cento il consumo energetico di 500 nuclei familiari. Per quanto riguarda la Spagna, invece, la regione di Valencia è coinvolta nel progetto di incremento delle vendite di IBM con i soldi dell’Unione europea, in quanto ha acquisito i server e altri elementi per i computer prodotti dalla società per una somma pari a 638.820 euro.
La statunitense Honeywell produttrice di armamento e tecnologia aerospaziale ha ricevuto 4 milioni e 200mila euro per il suo centro di ricerca e sviluppo nella Repubblica ceca.
Anche il gigante Coca-Cola è presente nella lista, con 902.071 euro stanziati da Bruxelles per il potenziamento delle sue linee di produzione in Ungheria ed Estonia, nonché per la formazione del personale tedesco. A questo si aggiunge un progetto belga il cui valore non è stato rivelato.
Per quanto riguarda la farmaceutica, il gigante GlaxoSmithKline (GSK) ha ottenuto ben 1,8 milioni di euro per il suo impianto nel nord della Francia finalizzato ad “aumentare la capacità di liofilizzazione dei vaccini”. Un’altra grande compagnia dello stesso settore, la Pfizer, ha ricevuto 196.352 euro per la realizzazione di alcuni progetti in Belgio.
Dall’inchiesta dei giornalisti emerge un’amara verità: l’impossibilità di controllare il flusso del danaro da parte delle autorità centrali e il modo opaco in cui vengono spesi i fondi. Tra le cause principali un numero esiguo di investigatori anti-frode, pari a 25 unità, e una fitta rete di burocrati, che rende ardua la possibilità di sapere come i soldi vengono distribuiti e utilizzati. A rendere più grave la situazione è il ruolo svolto dalle regioni a cui fondi sono assegnati e in cui scompaiono tra la fitta rete delle maglie burocratiche. Per non parlare poi del sostegno dei fondi Ue sono proprio le multinazionali a stelle e strisce, battistrada dell’asservimento culturale ed economico di Washington sull’Europa-colonia.
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