venerdì 15 ottobre 2010

Verso il baratro: povertà in continua crescita!

Aumenta la povertà. In Italia ci sono oltre 8 milioni di poveri, più di quanti ne rilevino le statistiche ufficiali. Molti poi sono impoveriti, cioè hanno cambiato il proprio stile di vita e si ritrovano in una situazione di forte debolezza economica. Come si legge nella presentazione del Rapporto sulla povertà e l’esclusione in Italia, realizzato da Caritas e Fondazione Cancan, "la povertà, nel nostro paese, era un fenomeno ramificato già prima che l'economia planetaria (e nazionale) vacillasse, anche a causa dell'assenza di incisive e organiche politiche di contrasto. Ma adesso, a due anni dall'inizio della crisi finanziaria e della recessione economica, lo scenario si inasprisce, al di là di quanto attestano le rilevazioni statistiche ufficiali". Fra il 2009 e il 2010 sono aumentate del 25% le persone che chiedono aiuto alla Caritas. Diminuiscono gli stranieri senza permesso di soggiorno che chiedono aiuto, mentre aumentano gli italiani e gli uomini: ai centri di ascolto continuano a rivolgersi gli stranieri ma cresce del 40% la percentuale di italiani e del 30% quella di nuovi utenti, che si sommano a persone che "tornano" in Caritas dopo un periodo di "assenza" nell'assistenza. Secondo quanto scritto nel Rapporto, "molti nuovi poveri non sono 'assistibili' economicamente dai servizi sociali, perché nonostante abbiano un tenore di vita molto basso, percepiscono un reddito 'di partenza' (tra cui la pensione) oppure dispongono della casa di proprietà". A essere in difficoltà sono soprattutto separati, divorziati, occupati in una situazione di instabilità lavorativa (i precari), donne sole con figli, licenziati, cassintegrati, famiglie monoreddito.
L’analisi dei bisogni e delle richieste conferma un generale peggioramento delle condizioni di vita materiale delle persone, proprio mentre, notiamo, tornano a crescere in maniera spudorata stipendi e bonus delle oligarchie e dei banchieri, in linea con la ripresa turbocapitalistica in atto.
Infatti, nonostante la ‘crisi’, nulla si è fatto per bloccare l’arroganza turbocapitalista: non si sono inseriti dazi doganali per bloccare la fuga delle fabbriche e l’arrivo insensato di merci dall’oriente, non si sono posti limiti alla precarietà, nulla di nulla! E la situazione continuerà a peggiorare (ma non per i privilegiati)!
Per il sociologo Aldo Bonomi del consorzio Aaster “i vulnerabili non sono marginali in sé. Lo diventano o rischiano di diventarlo nella crisi, per la perdita dell’occupazione, l’assenza per ampie fasce del mondo del lavoro di ammortizzatori sociali, di appropriati strumenti di protezione dai fallimenti di imprese e attività che sono anche progetti di vita”!

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